Chi ha visto il musical La La Land - film del 2016 scritto e diretto da Damien Chazelle - ricorderà che poco prima della fine c'è una scena in cui la protagonista Mia, si trova casualmente in un locale jazz col marito. Entrando, Mia nota il logo "Seb's" che aveva disegnato lei stessa e capisce che Sebastian, che ha amato anni prima, è riuscito ad aprire il proprio club. I loro sguardi si incrociano e Sebastian inizia a suonare al piano il tema del loro amore: Mia immagina come sarebbe stata la loro vita se i loro sogni si fossero allineati e la loro relazione fosse continuata.
Mi ha sempre colpito la perfezione formale di questo 'sogno a occhi aperti': in poche scene molto stilizzate viene ripreso ogni momento della storia d'amore e ripresentato in chiave idealizzata: spazi e colori sembrano ora quelli del teatro delle ombre, ora scenari di cartapesta, tutto è bello e perfetto, i due si amano e tutto va bene, ad ogni bivio la storia prende esattamente la piega perfetta che ci si aspetta da un musical, da una storia d'amore. Non c'è dialogo in questo pre-finale, solo musica. La recitazione è molto enfatizzata, i gesti ampi e stilizzati proprio per mettere in risalto il carattere di 'miniatura' della scena. È un film nel film, un musical nel musical. Il musical 'moderno' dentro il musical postmoderno!
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La La Land: Mia e Sebastian a Parigi, nella mise en abyme |
I sogni - a occhi chiusi o ad occhi aperti - hanno spesso questa funzione drammaturgica. Se la letteratura e la sua resa drammaturgica hanno senso è anche per la loro capacità di mostrare le cose, le cose immaginate, sognate, possibili, passate, future... moltiplicare i piani prospettici, arricchire e potenziare il modo in cui la realtà è.
Nella tragedia greca che, come il musical, era parola canto e danza, i sogni sono spesso mise en abyme. Una mise en abyme è una scena - con una sua autonomia drammaturgica - che condensa, ricapitola o riassume i temi dell'opera che la contiene.
Il sogno di Atossa nei Persiani di Eschilo rappresenta un potente esempio dell'uso di questa tecnica. Il sogno, che Atossa racconta ai suoi consiglieri, turbata per la spedizione del figlio Serse contro la Grecia, è una visione inquietante: due donne si contendono una terra, una vestita con abiti persiani e l’altra con abiti dorici. Serse tenta di dominarle, agganciandole al suo carro, ma una delle due si ribella, facendo precipitare il sovrano. Al risveglio, recatasi a compiere un sacrificio, la regina vede un’aquila sopraffatta da uno sparviero. Il sogno, duplicato dalla visione mattutina, sconvolge la regina.
La regina Atossa nei Persiani, Siracusa 1990 |
La breve scena narrata è un microcosmo che racchiude i temi centrali della tragedia - la polarità greci vs persiani, il carattere violento, hybristico del tentativo di Serse, la conflittualità ma anche la somiglianza fra le due parti in lotta (due donne), e che crea un funesto presentimento sull'esito della battaglia e in generale dell'impresa di Serse. Se la mise en abyme di La La Land era retrospettiva, immetteva in una linea temporale alternativa che mostrava come poteva (?) essere; nei Persiani essa è presagio del futuro e ne indica le coordinate interpretative. Un'aria di fallimento circola sulla scena. La mise en abyme rielabora simbolicamente i temi principali del dramma, condensandoli in un'unica scena visionaria. Così, il sogno riflette non solo gli eventi futuri, ma anche le dinamiche morali e politiche che li determinano ed in modo particolare traspone la guerra su un piano simbolico differente.
Infatti, se fosse una semplice reduplicazione, la mise en abyme perderebbe la sua pregnanza. Nei sogni, la trama e i temi essenziali vengono rielaborati e prefigurati, talvolta in modo deformato, per rivelare un significato profondo e non altrimenti manifesto dell’opera e la consapevolezza che il personaggio ha di tale significato. Mia è pienamente consapevole che la mise en abyme della storia d'amore con Sebastian può avere vita solo 'filmica' e solo all'interno di un certo tipo di filmografia 'classica': l'età d'oro del musical di Hollywood; la regina Atossa invece stenta a comprendere il significato del sogno, anche se ne avverte il carattere funesto.
Attraverso il sogno si manifesta così la condizione tragica della protagonista: mentre Atossa cerca di interpretare la visione, lo spettatore è già consapevole del destino che attende i Persiani. È il noto fenomeno dell'ironia tragica, una dinamica tipica della tragedia, con cui genialmente si sfrutta sul piano drammaturgico la necessaria assenza di suspence, data la perfetta conoscenza dei soggetti attinti dal mito. Il pubblico ha sempre, statutariamente, una comprensione maggiore rispetto ai personaggi e ciò permette di creare una dinamica di progressiva scoperta, da parte del personaggio, di una verità che è già consegnata all'immaginario collettivo.
La stessa dinamica ricorre nel caso di altri sogni celebri, come il sogno di Clitennestra nelle Coefore di Eschilo: la regina sogna di partorire e allattare un serpente che infine morde il suo seno, prefigurando l’omicidio che suo figlio Oreste compirà. Il sogno anticipa gli eventi, e rivela il grado di consapevolezza che i personaggi hanno del destino che li attende, relazione che è chiara allo spettatore prima che ai personaggi stessi.
Ancora, la mise en abyme in forma di sogno consente di mantenere un'apertura a diverse interpretazioni del significato del mito (o in questo caso della storia): le due donne possono esprimere infatti ordine e disordine, potere e resistenza, Persia e Grecia, forze opposte all’interno della stessa Grecia, o altri significati simbolici ancora, senza forzare lo spettatore a sciogliere in modo rigido e definito il simbolismo. Mentre è chiaro su Serse: il suo è un tentativo di imporsi su forze estranee, la cui resistenza provoca infine la caduta del carro. Il fallimento dell'impresa del persiano diventa quindi il simbolo della hybris, la punizione per il tentativo di forzare un equilibrio.
Come in un gioco di specchi, il tentativo di fuga della regina dalla realtà che il sogno le annuncia, o almeno la speranza di trovare conforto nel rito, viene bloccata da una ulteriore mise en abyme, dopo quella onirica: recatasi agli altari la regina vede un’aquila, simbolo del potere, e uno sparviero, che la sopraffà. L’aquila, che nelle tradizioni mitologiche è spesso un simbolo della divinità e del potere assoluto, viene sconfitta da un uccello più piccolo ma più agguerrito, lo sparviero.
Torniamo brevemente a Mia e a La La Land. A chi serve il sogno ad occhi aperti di Mia? Nelle scene precedenti, si è visto come Mia fosse felice della sua vita come si è sviluppata dopo la fine dell'amore per Sebastian. Mentre forse così non è per Sebastian: il suo sguardo è più triste. Ma la cifra della mise en abyme non è il rimpianto, i destinatari del suo senso non sono i protagonisti: siamo noi spettatori. È a noi che viene detto che le storie d'amore a lieto fine, il "vissero per sempre felici e contenti" non è una delle diverse possibilità che la vita offre, non è ciò che poteva accadere se avessimo scelto la giusta uscita di una highway affollata. È ciò che accade nell'arte, nei film, nelle canzoni, nei romanzi: è un prodotto dell'arte. La linea temporale in cui ciò accade è una linea di tempo perduto, inesistente nella realtà.
La "menzogna romantica", avrebbe detto Girard, un desiderio che non ci appartiene
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Bibliografia essenziale sul sogno nella tragedia:
E. Dodds, I Greci e l'irrazionale, 2009 (1951)
G. Guidorizzi, Il compagno dell'anima. I greci e il sogno (2023)
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