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Moro libero, nel finale del film di Bellocchio |
Una scelta narrativa audace! Cioè: storia controfattuale, quella che prova a ragionare su come sarebbero andate le cose se certi eventi non fossero accaduti o se fossero andati in altro modo. Non è solo un esercizio intellettuale. È anche un modo per dare profondità alla comprensione di ciò che è realmente accaduto, immaginando le strade che non sono state percorse.
Il caso Moro è un bivio storico. Proprio per questo è fonte di interesse anche letterario e non solo storico e documentario. Il progetto politico troncato – il 'compromesso storico' che mirava a portare insieme la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista – avrebbe potuto sbloccare un’Italia paralizzata dalla guerra fredda, da una conflittualità ideologica asfissiante, da un sistema incapace di evolversi.
Non è successo. E se fosse accaduto?
Il versante umano della vicenda Bellocchio l'ha indagato con questa prospettiva. E sul piano storico?
A riflettere, con rigore e ampiezza di sguardo, su questa stagione storica è Miguel Gotor, con il suo saggio
Generazione Settanta. Storia del decennio più lungo del secolo breve (1966–1982), pubblicato da Einaudi nel 2022. È un libro che tiene insieme molte voci, molti materiali – non solo le fonti classiche, ma anche canzoni, pubblicità, film – per restituire il clima di quegli anni. E lo fa con uno stile che non rinuncia all’analisi, ma resta accessibile anche per chi non è specialista.
Nel ripercorrere gli eventi che hanno condotto all’assassinio di Moro, Gotor mette a fuoco le forze in gioco, i diversi attori politici (nazionali e internazionali), le ambiguità, i silenzi, le resistenze. Uno scavo paziente, che mostra quanto fosse fragile l’equilibrio su cui si reggeva quel tentativo di apertura democratica. E quanto sia costato – in termini politici, culturali, simbolici – il fallimento di quell’apertura.
Il libro non indulge in ipotesi immaginarie, ma lascia spazio al lettore per formulare una domanda inevitabile: se Moro fosse rimasto in vita, cosa sarebbe successo al suo progetto? Proviamo a mettere giù qualche ipotesi:
1. Il rafforzamento della democrazia e della stabilità politica. Se Moro fosse riuscito a concretizzare il suo progetto, è possibile che l'Italia avrebbe vissuto un periodo di maggiore stabilità politica. Il compromesso avrebbe consentito una governabilità più solida, riducendo le fratture politiche e sociali. La collaborazione tra la DC e il PCI, due partiti con ampie basi elettorali ma ideologicamente distanti, avrebbe creato una piattaforma comune che avrebbe potuto alleggerire il peso del conflitto ideologico che caratterizzava gli anni '70. Con un accordo stabile tra questi due partiti, il paese avrebbe probabilmente evitato il periodo di instabilità politica che ha caratterizzato gli anni successivi, caratterizzato da frequenti cambi di governo e da una continua ricerca di maggioranze parlamentari. La pace sociale, che avrebbe potuto derivare da una maggiore cooperazione politica, avrebbe anche ridotto la violenza politica, con la conseguente diminuzione di episodi come quelli legati agli anni di piombo.
2. Il potenziamento della sinistra e la possibile evoluzione del Partito Comunista. Uno degli aspetti più significativi del progetto di Moro era l'inclusione del PCI nel governo, il che avrebbe potuto cambiare profondamente il panorama politico italiano. L'ingresso dei comunisti nella gestione diretta del potere avrebbe dato loro un ruolo chiave nella politica economica e nelle riforme sociali del paese. In un contesto in cui il PCI fosse stato accettato come forza politica di governo, il partito avrebbe probabilmente adottato politiche riformiste, avvicinandosi sempre di più alle pratiche di altri partiti comunisti europei, come quelli francesi o spagnoli. Questa evoluzione avrebbe potuto avere un impatto anche sulle politiche sociali e sulle riforme del welfare, con il PCI impegnato a migliorare le condizioni dei lavoratori e a introdurre leggi più progressiste. Inoltre, la sinistra italiana avrebbe probabilmente trovato una propria collocazione all'interno dell'Europa, rendendo l'Italia un attore più influente nei forum politici e nelle alleanze internazionali, come la Comunità Economica Europea.
3. Le ripercussioni internazionali. Il progetto di Moro avrebbe avuto un'influenza non solo sul piano interno, ma anche sul piano internazionale. Gli Stati Uniti, che avevano sempre temuto l'influenza del PCI in Italia, avevano visto il compromesso storico con una certa preoccupazione. Tuttavia, non si può escludere che Moro e Berlinguer avrebbero trovato il modo per accreditarsi come interlocutori fidati e che un'indagine diplomatica più accurata da parte della diplomazia americana avrebbe portato all'approvazione del PCI come forza politica legittima. Inoltre, la strategia della tensione, che ha avuto come uno degli obiettivi quello di destabilizzare il paese per impedire la crescente influenza del PCI, avrebbe potuto perdere parte della sua efficacia. Se l’Italia avesse potuto essere più stabile politicamente, le forze esterne, in particolare gli Stati Uniti e la NATO, avrebbero potuto ridurre la loro ingerenza nelle questioni interne italiane.
4. La lotta armata e gli anni di piombo. Un altro aspetto da considerare è se il compromesso storico avrebbe ridotto o radicalizzato la violenza politica che ha segnato gli anni '70, soprattutto con il fenomeno della lotta armata. Se la sinistra moderata, rappresentata dal PCI, fosse stata parte integrante del governo, i gruppi estremisti, come le Brigate Rosse, avrebbero perso o guadagnato terreno? Il terrorismo sarebbe stato meno fertile in un contesto di maggiore inclusività politica, dove le istanze di cambiamento sociale e politico trovavano una risposta istituzionale? Forse, un maggior controllo sulla sicurezza interna da parte di un governo più stabile avrebbe potuto ridurre le azioni di violenza e le stragi, creando un ambiente in cui le frustrazioni politiche avrebbero avuto meno terreno fertile per esprimersi con la violenza.
5. La trasformazione della Democrazia Cristiana. Il successo del progetto di Moro avrebbe avuto anche un impatto importante sulla Democrazia Cristiana, che avrebbe dovuto adattarsi alle nuove dinamiche politiche. La DC, in alleanza con il PCI, avrebbe potuto divenire un partito più orientato a riformare il sistema politico e sociale, piuttosto che concentrarsi sulla difesa dello status quo. Questo cambiamento avrebbe potuto portare a una evoluzione ideologica all'interno della DC, con il partito che avrebbe assunto una posizione più moderata e riformista, orientata verso un'ulteriore modernizzazione del paese.
6. Un paese diverso? Se il compromesso storico fosse stato attuato con successo, l’Italia avrebbe potuto vivere un periodo di transizione verso un sistema politico e sociale meno polarizzato. La cooperazione tra la DC e il PCI avrebbe consentito al paese di affrontare in modo più equilibrato le sfide economiche, sociali e politiche, riducendo la violenza politica e le tensioni sociali. Sarebbe stato un passo importante verso un’Italia più unita? meno divisa, con una politica estera più orientata a trovare soluzioni di compromesso e dialogo, sia all’interno che a livello internazionale.
Maggiore inclusione del PCI nel sistema, raffreddamento della tensione interna, forse un’Italia meno incline alla delegittimazione reciproca.
O forse no. Ma resta il fatto che la sua morte ha chiuso una possibilità, e aperto un tempo nuovo – più cupo, più duro.